INAUGURAZIONE BERGAMO - BRESCIA 2023

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21 gen 23

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𝗠𝗮𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗮 𝗕𝗿𝗲𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗶𝗻𝗮𝘂𝗴𝘂𝗿𝗮 𝗕𝗲𝗿𝗴𝗮𝗺𝗼-𝗕𝗿𝗲𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝟮𝟬𝟮𝟯

“La cultura non è un ambito separato dalla vita normale”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha iniziato il suo intervento, tenuto ieri, all’ avvio ufficiale di Bergamo-Brescia capitale della cultura 2023, al teatro Grande di Brescia. Dopo la tragedia del Covid 19, che ha provocato in particolare nelle due province lombarde molte migliaia di morti, Bergamo e Brescia - ha proseguito Mattarella - “hanno dato vita ad un efficace modello di ripresa, fino ad arrivare ad un ritmo più consueto”, un recupero “dovuto all’operosità dei due territori”. Tornando all’oggetto centrale del suo intervento, il Capo dello Stato ha sottolineato che la “cultura non è un’isola, gioca un ruolo importante nell’unire gli uomini” e queste “riserve dell’Umanesimo che abbiamo nel nostro DNA vanno consegnate ai giovani”, affinché la cultura “continui a correre”. Il 2023 “è una grande occasione per mostrare le bellezze dei territori di Bergamo e Brescia”. E dobbiamo ricordare - ha proseguito Mattarella - che la Costituzione lega “la cultura alla libertà”, come recitano specificamente l’articolo 9 (“la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura”) e l’articolo 33 (“ l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.

All’incontro coi rappresentanti delle amministrazioni delle due province hanno partecipato, fra gli altri, con propri interventi, il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, collegato in video, il Sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Significativa anche la presenza, nel pubblico, di Matteo Ricci, Sindaco di Pesaro, la città che sarà capitale italiana della cultura nel 2024. Come ha ricordato, poi, anche il Presidente della Repubblica, il 2025 sarà l’anno di Gorizia e Nova Gorica, capitale europea della cultura. Un secondo esempio di due città abbinate nel portare questo vessillo, a conferma dell’unione che resta fondamento di pace e sviluppo.

Ricordiamo che fino al 2004, le due città, una italiana e una slovena, erano divise da un reticolato (anche se più simbolico che materiale), ultimo rimasto in Europa e nel mondo, abbattuto con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea dal 1°maggio 2004. Ora sul posto resta una lapide a ricordo di un’assurda divisione e dell’ affermazione che il futuro deve unire e non dividere.

Consigliere alla Cultura

Dott. Franco Tarsi